Nuovi business: cosa manca davvero ai tanti e-commerce che falliscono?

Negli ultimi anni i siti di e-commerce hanno conosciuto una rapida ascesa testimoniata pochi mesi fa da un’indagine ISTAT che ha rivelato come gli italiani preferiscano sempre più spesso fare acquisti online (+9%) a discapito delle care e vecchie compere in giro per negozi che hanno fatto segnare un trend decisamente negativo con un – 1,8% in volume.

Si tratta di numeri che, tradotti in eventi concreti, hanno spinto non solo la clientela a comprare maggiormente sul Web ma anche sempre più persone interessate a trovare un nuovo lavoro, magari totalmente online, a crearsi una nuova occupazione aprendo un e-commerce.

Nonostante i tanti sforzi per l’apertura di una partita IVA, l’eventuale creazione di un magazzino, la creazione di un sito Web apposito ed il mantenimento nel tempo di tutto questo, il dato paradossale è che nonostante il successo degli e-commerce, ad oggi in Italia solo il 5% di questi ha successo. Com’è possibile avere una così grande domanda e non riuscire, con la propria offerta, a trarne un profitto?

La verità è presto detta. Molte delle persone che scelgono di intraprendere questa nuova carriera hanno in realtà alle spalle un background totalmente diverso fatto di lavori che poco o nulla hanno a che vedere con la creazione di un sito ben progettato, con l’analisi di mercato, con l’indicizzazione dei risultati sui motori di ricerca e molto altro ancora. Ci si improvvisa, insomma, e spesso per contenere le spese si evita di rivolgersi a dei professionisti con risultati che però abbiamo visto essere disastrosi.

Ma cosa manca quindi a questi business per avere davvero successo? È presto detto: un professionista (o un team di professionisti) che si occupi in maniera esclusiva di ecommerce social media marketing. Sebbene l’espressione inglese possa spaventare i meno avvezzi a questa terminologia, si intende qui “semplicemente” un esperto formato nel settore in grado di analizzare punti di forza e debolezza del progetto trasformando i primi in contatti reali ed i secondi, opportunamente compresi e modificati, in nuovi punti di forza. Ottenere un simile risultato richiede un attento lavoro di analisi e la decisione, sicuramente necessaria, di riservare una somma di denaro alla pubblicità sui social. Starà poi al professionista ottimizzare i risultati evitando sprechi di denaro.

Questo discorso non vale solamente per piccoli liberi professionisti che si lanciano in questo settore ma anche per imprese di maggior rilievo che decidono magari ad un certo punto del loro percorso di dedicare una parte dei loro sforzi alla creazione di un canale online che si affianchi alla vendita di beni o servizi praticata sino a quel momento in maniera tradizionale. In questi casi, inutile negarlo, quello che manca non è la possibilità di vendere ed avere successo in quel determinato settore quanto piuttosto la presenza di una figura ad hoc che si occupi di social media per aziende ottimizzando la presenza online del brand, rendendolo riconoscibile e facendo sorgere nei potenziali clienti il desiderio di saperne di più e, conseguentemente, acquistare.

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